"IL CROTTO"
ANCHE QUEST'ANNO E' A VOSTRA DISPOSIZIONE IL NOSTRO CROTTO,
UNO SPAZIO RISERVATO ALL'INTERNO DELLA SAGRA.
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UN POSTO CON SERVIZIO AL TAVOLO PER GUSTARE CON GLI AMICI
LE SPECIALITÀ DELLA SAGRA VALTELLINESE.
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Il luogo di ritrovo tradizionale per i valchiavennaschi, come per tanti altri, fu la piazza, coincidente nei paesi con il sagrato della chiesa, prima e soprattutto al termine delle funzioni. Subito dopo, però, non c'era l'osteria, ma il crotto che, pur essendo privato, sì è sviluppato a grappoli per sfruttare al massimo lo spazio, per cui parti delle varie proprietà sono diventate di fatto di uso collettivo. essendo occupate e attrezzate per gli stessi usi, senza particolari difese né recinzioni. Gli scopi sono essenzialmente due: conservare al fresco e far maturare il vino insieme a formaggi e insaccati e costituire un luogo di ritrovo con parenti, ospiti e amici a mangiare, bere e conversare.
Che cos'è il crotto?
Non è una comune cantina, il crotto, perché ha un elemento che lo contraddistingue: il "sorèl", cioè lo spiraglio naturale tra le rocce da cui soffia una corrente d'aria che mantiene in ogni stagione la temperatura pressoché costante, tra i 4 e gli 8 gradi sopra zero. Il singolare fenomeno fisico attende ancora di essere approfondito: chi cerca di spiegarlo con l'aria che quanto più è profonda tanto meno subisca le variazioni dell'atmosfera, chi con l'acqua gelida dei ghiacciai che attraverso vie sotterranee porta con sé aria in emulsione che esce dal "sorèl'-. Sono ipotesi che attendono di essere confermate o meno da rilevazioni e da uno studio serio e approfondito, che si auspica da tempo.
I crotti sono peculiari, ma non esclusivi, della Valchiavenna, essen- docene anche lungo il versante occidentale del Lario fino in canton Ticino, a Borgofranco di Ivrea e in Boemia. In Valchiavenna. tuttavia, essi fanno registrare la maggiore concentrazione, quando si pensi che sono oltre ottanta le località di crotti nel fondovalle e nelle cosiddette terre alte, fin poco sopra i mille metri: ben diciotto quelle in comune dì Chiavenna, poco meno a Villa, oltre una decina a Piuro e così via.
II nome crotto, che nel comasco e in Ticino si è modificato in grotto (a Borgofranco di Ivrea li chiamano invece balmetti), si fa derivare da "crypta" latino o dal medievale "crota", provenienti entrambi dal greco "krypta", cioè grotta.
L'origine e l'evoluzione
Difficile dire a quando risalgano i crotti. L'arciprete di Chiavenna don Pietro Bormetti scrisse che essi esistono da che mondo è mondo. Probabilmente da che l'uomo è arrivato a popolare questi territori. Non avranno tardato i nostri antenati ad accorgersi dell’opportunità che offriva loro la natura in questo paesaggio pur così severo e avaro di risorse. Un frigorifero "ante litteram" a costo zero. Costruendo una parete o poco più, racchiusero il "sorèl", dove mettere il vino, i salumi e i formaggi a maturare. Fuori, tra i prato e le rocce, ricavarono rustici tavoli e sedili per stare al fresco nella bella stagione. Chi ebbe la fortuna di trovare vicino qualche grotta sistemò, anche lì sotto, tavolo e sedili al riparo dalla pioggia. Poi sopra il "sorèl" imprigionato andarono sorgendo delle salette col camino che nel caso di Pratogiano a Chiavenna, nucleo di crotti "cittadini", divennero nel sette-ottocento sale più o meno ampie, decorate di stucchi ed affreschi, modificando così la tipologia del crotto, il quale - non diversamente dalle abitazioni- diventa anch'esso mezzo per ostentare il livello sociale dei proprietari. La proprietà del crotto - dicevo - è privata o meglio familiare e nell'eredità è soggetta a grandi frazionamenti. A volte, dentro, uno ha solo un armadietto, sufficiente per tenervi qualche botticella, mentre il resto è di tutti, compresi i tavoli esterni che sono in realtà di uso pubblico, essendo spesso di libero accesso, senza muriccioli o siepi di protezione.
Solo da tre quarti di secolo si è iniziato ad aprire qualche trotto al pubblico come osteria-ristorante. Oggi in tutta la valle questa tipologia non supera la decina di esempi, perché il crotto è nato a dimensione familiare, come luogo collettivo, se si vuole anche allargato a compagnie, ma non come esercizio pubblico per i grandi numeri.
Durante tutta la Sagra verranno servite diverse SPECIALITA' TIPICHE VALTELLINESI.
Eccone alcune:
- Bresaola punta d'anca con carpaccio di porcini con pane di segale
- Antipasto tipico valtellinese con pane di segale
- Tris di formaggi tipici con pane di segale
- Fumanti pizzoccheri con bitto della Valgerola
- Sciatt caserecci serviti su di un letto di insalata
- Tagliatelle fatte a mano ai funghi porcini
- Tagliatelle fatte a mano con bresaola e castagne
- Mirtilla fatta a mano con ragù di cinghiale
- La favolosa polenta taragna
- Polenta tipica su letto di funghi porcini
- Costine classiche con polenta tipica
- Cervo in salmi' con polenta tipica
- Spezzatino di vitello con lamelle di porcino e polenta
- Stracotto di asino con polenta tipica
- Le classiche salamelle con polenta tipica
- Tagliata Valtellinese con porcini e polenta
- La bisciola
- La torta di noci e miele
- Crostata di mirtilli
- Crostata di lamponi
- La torta di marroni
- Lo Sforzato
- L'Inferno
- Il Sassella
- Il Grumello
- Il Rosso di Valtellina
- La Erbaiva
- La grappa al mirtillo della Valmasino
- La grappa al miele della Valmasino
- Il ginepi della Valmasino
Potrai gustare tutte le nostre SPECIALITA' anche a casa tua grazie al servizio d'asporto che funziona con gli orari dell'apertura delle cucine.