Il Culatello, quello vero, invade Milano 8 Maggio #ilveroculatello


Il Culatello, quello vero, invade Milano

8 Maggio


L’8 maggio 2015, dalle 12.30, davanti a Eataly Smeraldo, i produttori difendono l’unicità del Culatello

L’8 maggio 2015 entrerà negli annali come il giorno in cui il Culatello ha conquistato Milano. In pieno fermento da EXPO, la città della Madonnina, sarà il fortunato bersaglio della carica di alcune affettatrici, grazie alle quali alcuni produttori, appartenenti al Consorzio di tutela del Culatello di Zibello Dop, sono intenzionati a dimostrare al gotha dell’enogastronomia perché il loro prodotto di punta viene chiamato – e non certo a caso – “Il Re dei Salumi” e a denunciare la minaccia dell’Italian sounding.

Posizionati davanti ad un avamposto dello Slow Food e del vero gusto nostrano come Eataly Smeraldo, dalle ore 12.30 in poi, con la mano calda sulle loro scintillanti macchine da guerra alla falsificazione del cibo, collocate a formare la sagoma di un culatello, i produttori ma anche Davide Paolini, Oscar Farinetti, Paolo Marchi, il prof. Giovanni Ballarini, Massimo Pazzani e lo stesso Massimo Spigaroli – presidente del Consorzio e chef dell’Antica Corte Pallavicina di Polesine parmense – offriranno culatello a tutti i passanti, che – si presuppone – arriveranno da ogni parte del mondo. Tutto questo dopo aver discusso a lungo sul prodotto, presidio Slow Food. Alle 11.30, infatti, presso il Centro Congressi di Eataly Smeraldo, gi ospiti sopracitati intavoleranno una vera e propria tavola rotonda intitolata “La frode italiana: il caso del culatello”, durante la quale cercheranno di sensibilizzare tutto l'audience sull'autenticità del Culatello di Zibello.

Simbolo della riscossa dei prodotti locali e diventato un medium del territorio, in grado di attrarre gli appassionati di cibo fra Zibello, Polesine Parmense, Sissa, Busseto, Colorno, Roccabianca, Soragna, San Secondo, rendendo l’area un distretto turistico gastronomico, il culatello, quello vero, ha recentemente subito un decremento di produzione molto preoccupante.

La causa è innanzitutto da ricercare nella mancanza di un decreto che regolamenti e disciplini l’uso corretto della denominazione generica. Situazione che ha creato i presupposti per un proliferare di discreti salumi che sono però ben lontani dalla qualità e dalla storia dell’originale.

Come Carlo Petrini ha recentemente scritto in una lettera indirizzata all’allora Ministro Zanonato, «il culatello di Zibello è stato uno dei primissimi Presidi istituiti dall’associazione Slow Food proprio per il concreto rischio che una produzione così complessa e laboriosa scomparisse. Spesso il prodotto che oggi, impropriamente, si fregia del nome “culatello” è una invenzione recente ed è sostanzialmente figlia del successo del Culatello di Zibello. In un periodo storico in cui il nostro Paese ha bisogno di appellarsi alle sue produzioni di qualità, tanto più in vista dell’Expo che dovrà essere vetrina autentica dell’Italia, è necessario fare tutto il possibile per valorizzare il lavoro di chi la pratica ogni giorno». Il picchetto delle affettatrici diventa allora una di quelle iniziative possibili, unite dall’intento di attirare l’attenzione e sensibilizzare non solo le coscienze ma anche i palati, nella speranza che sia il gusto stesso dell’unico e vero Culatello di Zibello a parlare.

Per l’occasione sarà attivo un hastag Twitter con #ilveroculatello.