Aspettando Expo, svelati all’ i.lab Italcementi gli appuntamenti di
Domus Bergamo e Bergamo Wine 2015 enogastronomia e cultura nel cuore della città
Cinquecento eventi per sette mesi di cultura, turismo ed enogastronomia. Tutto questo e molto altro ancora è Domus Bergamo – Bergamo Wine 2015. L’attesa manifestazione, promossa dal Comune di Bergamo e dall’Associazione Culturale Signum in occasione di Expo2015, è stata presentata martedì 24 febbraio, presso lo spazio i.lab Italcementi, alla presenza di: Carlo Pesenti, Ceo di Italcementi; Raoul Tiraboschi, presidente dell’Associazione Signum; Angelo Piazzoli, segretario generale della Fondazione Credito Bergamasco e Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo.
Con l’avvio dei
lavori in piazza Dante per la costruzione della Domus, è partito anche il
countdown per la sua apertura, prevista per il 20 marzo prossimo. L’area, che
ospiterà un calendario con oltre 500 iniziative, suddivise per aree tematiche,
fungerà da culla per percorsi che animeranno la città per più di trenta
settimane, da marzo ad ottobre. Il tutto grazie alla collaborazione di tanti
partner e sponsor che sono intervenuti numerosi nel corso dell’incontro
tenutosi presso il prestigioso spazio i.lab Italcementi: enti, Associazioni,
realtà cittadine e provinciali, ma anche singoli cittadini che con i loro
apporto tecnico ed emozionale, renderanno unici gli appuntamenti in programma.
Interessanti collaborazioni
e sinergie saranno vive nella Domus con gli eventi di programmazione annuale
che quest’anno condivideranno alcune parti del loro percorso e la renderanno
sede di eventi collaterali o la eleggeranno come sede privilegiata.
In particolare, a
inaugurare la Domus saranno le performance di un’importante realtà cittadina
come Bergamo Jazz, che presenterà al suo interno concerti e dibattiti dedicati,
mentre vero cuore del percorso culturale sarà la mostra Il Palma, dedicata alla
genialità artistica di Palma il Vecchio che con conferenze a tema e un info
point dedicato, farà la parte del leone nei primi mesi di programmazione. Anche
la riapertura dell’Accademia Carrara sarà uno spunto per altre conferenze che
saranno completate da aperitivi con pillole di cultura, letture, piccoli eventi
musicali che faranno scoprire e riscoprire luoghi e personaggi della città e
della provincia.
Ma non solo: la
Domus sarà anche palcoscenico per show cooking della cucina regionale italiana,
spazio per degustazioni eno-gastronomiche guidate a cadenza plurisettimanale,
spazio didattico per corsi aperti al pubblico
e cicli di conferenze dedicate all’attualità e al futuro, alle storie e
alle tradizioni del comparto enogastronomico e produttivo, spaziando così dalla
terra all’artigianato, in un susseguirsi di autenticità che renderà Bergamo
luogo prolifico di scambio culturale, a cavallo tra tradizione, innovazione e
sostenibilità.
Attraverso le storie
dei protagonisti, infatti, saranno raccontate le essenze di 100 vitigni
autoctoni italiani e dei territori di provenienza con le strade del vino,
insieme ai produttori bergamaschi coordinati dal Consorzio Tutela Valcalepio e
quelli di 15 paesi stranieri ospiti.
Allo stesso modo, saranno approfondite le tecniche di degustazione e produzione
dei formaggi, nati dalla sapienza antica dei valligiani bergamaschi e di altre
località italiane rappresentate. Un modo singolare e coinvolgente per narrare
la storia del cibo, lasciando che anche i più piccoli ne scoprano segreti e
minuzie con i laboratori didattici pensati apposta per loro. Momenti di
divertimento e riflessione, dedicati alla terra e alle sue potenzialità, per
far sì che grandi e piccini comprendano la grande fortuna del vivere a contatto
con una natura tanto generosa.
Costante sarà il
dialogo tra il centro della città e il territorio bergamasco, con rinvii e
scambi da Astino, a San Pellegrino, da Scanzorosciate al castello di Malpaga,
da Alzano sino a Treviglio, da Chiuduno sino a Zanica e Pontida rendendo il più
possibile coordinata la proposta del Territorio, anche attraverso il Wine tour
settimanale.
Tra le braccia della
Domus sarà più intuitivo e stimolante per i visitatori comprendere quante
meraviglie potrà offrire la città con il suo territorio: dalle bellezze
architettoniche alle storie di uomini comuni che con il loro lavoro, ognuno nel
proprio settore, hanno contribuito a creare qualcosa di unico. La Domus sarà,
dunque, la casa per eccellenza: culla ospitale per chi nella città dei Mille è
nato e cresciuto, ma anche per chi vi giunge per la prima volta, con l’auspicio
che alla fine dell’esperienza, tanti abbiano la voglia di ricominciare a
raccontare le storie più belle e di promuovere la splendida terra bergamasca e
tutti i suoi prodotti.
DOMUS Bergamo
Dimensione, forma,
spazio e proporzioni a favore di contestualizzazione e rigore rispetto
all’ambito circostante e la mimetizzazione.
Esistono alcune
linee di forza e di riferimento all’interno dello spazio raccolto attorno al
quadriportico, che è appunto cerniera di un sistema architettonico che vede nei
portici il motore della vitalità complessiva del luogo, e da qui, la
possibilità di attraversare con lo sguardo il quadriportico dal teatro, fino
alla fontana del “Tritone”.
La DOMUS è pensato
come un padiglione che si attesti lungo la direttrice trasversale,
perpendicolare all’asse piazzetta Piave - fontana del Tritone.
Rafforza il concetto
di soglia che nella direttrice est-ovest trova riferimento specifico nel
confronto con la strada antistante il Teatro, nel viale alberato del
“Sentierone”, nel percorso pavimentato che dalla Chiesa di San Bartolomeo porta
alle Colonne di Prato, e nel tracciato che da Largo Belotti porta alla Torre
dei Caduti.
Tale configurazione
nella sua forma allungata, con una lunghezza inferiore rispetto a quella dei
giardini di piazza Dante non s’interfaccia con il sistema dei portici ma si
contrappone. Attraverso un gioco di vuoti e di pieni, laddove la parete è
opaca, si trasforma in vetro per poi svanire e perdere la sua materialità,
creando un patio passante per far percepire, senza alterazioni, il passaggio
che da piazzetta Piave porta verso il palazzo del Tribunale attraversando la
fontana del Tritone. Cercando un rapporto proporzionale, rispetto agli elementi
architettonici del costruito.
La larghezza in
pianta è pensata a moduli di 2,50 m x 6,00 per un totale di 16, sviluppando una
lunghezza pari a 40,00 m, la larghezza quindi è 6,00 m, a ridosso del giardino
di piazza Dante. Compresa tra i pilastri esterni dell’arco centrale del
quadriportico il rapporto in altezza è la sua metà, cioè 3,00 m, formando una
griglia regolare, la forma è semplice, quella di un parallelepipedo.
La struttura in
ferro, a vista, sarà ricoperta in parte da lastre di lamiera stirata in
alluminio non trattato, per sfruttare al meglio le capacità di riflessione
della luce del materiale. La profondità tridimensionale, del materiale scelto,
l’alternanza del pieno e del vuoto danno corpo al rivestimento, che accostate
alle pareti vetrate, creano variazioni
di trasparenza. Il tutto svanisce nel patio coperto che è di passaggio tra
piazzetta Piave e la stessa Piazza Dante.